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Qui ed ora

Vivere nel fantomatico "qui ed ora" può alleviare il male di vivere?

C'è tanto in giro questa esaltazione del "qui ed ora".

Io ho sempre vissuto nel futuro. Il passato tendo a dimenticarlo e non sopporto la storia. Nè le storie, le progressioni temporali di eventi.

Forse l'unico momento in cui sento che il presente mi trasmette intense sensazioni positive è quando sono immersa nel paesaggio. Ma poi cerco di fissare questi momenti fotografando, e inevitabilmente l'appagamento si sposta al futuro, a quando vedrò le foto al pc e le svilupperò via sw.

Oppure il presente mi soddisfa quando lo "uso" per sognare ad occhi aperti sulle realtà eventuali che potrei/potrò vivere al posto / dopo di quella attuale, e si ritorna al futuro.

In generale, vivere il presente non mi appaga.
Non so se con pratiche zen più o meno sofisticate potrei acquisire la capacità di trarne soddisfazione.
Mi dà però l'idea di essere un altro modo per trovare la felicità dal fatto di non pensare, e personalmente non riesco a digerirlo.

Leggendo sul web, trovo che

Tale locuzione è adoperata inoltre come sintetica quanto aderente espressione della filosofia esistenzialista

da cui constato di non aver colto il punto dell'esistenzialismo, in cui ritenevo di identificarmi; a questo punto invece devo rivedere e approfondire la questione.

Il "qui ed ora" a cui pensavo è quello delle correnti olistiche e yoga, che in effetti sono i primi risultati che vedo su google. Approfondirò.

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